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Visualizzazione dei post da dicembre, 2021
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  Schegge di rumore, Storie di hardcore italiano negli anni ‘90 a cura di Andrea Capò Corsetti e Monica Rageàpart Miceli   Viterbo, Scatole parlanti, 2020, pp. 167, € 13.00  Recesione di Silvio Antonini  L’ultimo decennio del Secolo breve è forse quello che è meno assurto a dignità generazionale rispetto al trentennio che lo aveva preceduto. Se gli anni Sessanta sono stati quelli della nascita dei giovani, quelli della Baby boom generation , i Settanta quelli della politicizzazione e gli Ottanta del riflusso, l’inquadramento dei Novanta risulta di complicata decifrazione. È certo presto per fare delle analisi di tenore storiografico ma nel percepire comune si sono tuttavia avanzate delle ipotesi interpretative. C’è la tendenza a considerare il decennio dei Novanta in totale continuità con il precedente. Se l’edonismo degli Ottanta sembrava ad un certo punto   messo sottoaccusa, segnatamente per via di Mani pulite, ci ha pensato subito il berlusconiano a congelarlo, come unica v
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  “NON ABBIAMO PIU’ VOGLIA DI STARE SOLI” dal Collettivo Di Fabbrica - Lavoratori Gkn Firenze Andrà infine come andrà. Ma noi almeno abbiamo visto. Abbiamo visto una fabbrica autogestirsi per mesi. E se avessimo avuto la produzione, avremmo potuto autogestire anche quella. Abbiamo visto che le gerarchie esistenti non rispondevano in verità ad alcuna funzionalità, se non quella del “dividi e comanda”. Abbiamo dichiarato inutili tali gerarchie non dal punto di vista dei nostri ideali, ma anche alla luce dei loro stessi presunti obiettivi: dinamismo, efficienza, produttività ecc. E abbiamo visto, liberati da questi vincoli, i rapporti tra le persone migliorare, farsi più vivi, in una sola parola: farsi più umani. Abbiamo visto la fabbrica produrre fino alle 6 di mattina di un venerdì di luglio. La abbiamo vista provare a rosicchiare ogni secondo del nostro tempo, delle nostre pause, del nostro riposo. E di colpo l’abbiamo vista fermarsi, immobile, maestosa. Ed è calato un sile
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  Franco Dominici, Giulietto Betti 1921, “La Strage fascista di Roccastrada” Franco Dominici, Giulietto Betti 1921, La Strage fascista di Roccastrada  Pitigliano, Le Strade bianche di stampa alternativa, 2021, pp. 87, almeno € 5.  Recensione di Silvio Antonini Nell’affrontare lo stragismo legato al periodo fascista si fa automaticamente riferimento al suo tragico epilogo, vale a dire ai 18 mesi del 1943-43, alle stragi perpetrate dall’occupante nazista in collaborazione con il fascismo locale. In realtà, il ricorso allo strumento stragista contro la popolazione civile, contro cittadini inermi, è già del tutto riscontrabile nello spirito fascista degli esordi, durante quella “guerra civile dimenticata” collocata tra il 1919 ed il 1925. In questo frangente, i seguaci, più o meno riottosi, di Mussolini, onde conquistare i centri ed i quartieri considerati ostili, fanno largo uso del terrore. Le vittime, a centinaia su tutto il territorio nazionale, possono essere esponenti d