Oltre 2mila miliardi investiti nel mondo per gli eserciti IL RAPPORTO SIPRI. Altro che tregua. Le spese militari rappresentano ormai il 6% del Pil pubblico mondiale. Usa (800 miliardi) e Cina (300 miliardi) rappresentano da soli la metà degli acquisti di armamenti. Italia (32 miliardi) undicesima Francesco Vignarca * Cioè di quanto i governi di tutto il mondo stanziano per armi ed eserciti, che secondo il Sipri di Stoccolma si è attestato lo scorso anno a ben 2.113 miliardi di dollari totali. Una crescita dello 0,7% pur in periodo di piena pandemia che conferma il rafforzamento già in corso dal 2016. In media gli Stati hanno allocato quasi il 6% dei propri budget pubblici per le attività e strutture militari , con aumenti registrati in Asia, Oceania, Europa ed Africa e diminuzioni sia in Medio Oriente che nelle Americhe. Ai vertici i “soliti noti”: primi gli Stati Uniti che, nonostante una leggera flessione in termini reali, hanno superato gli 800 miliardi di do
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Ultimo assalto alla natura: gli ecosistemi quotati in Borsa Si chiama NAC (Natural Asset Company). Con essa la Borsa di New York ha svelato il piano più radicale e potenzialmente più distruttivo per finanziarizzare tutta la natura e la vita nella stessa. Che la relazione fra il capitalismo e la natura sia basata sulla mercificazione di quest’ultima per estrarre profitti non è sicuramente una novità, ma questa volta siamo ad un ulteriore drammatico salto di qualità. La creazione di questa nuova classe di attivi finanziari metterà infatti in vendita non solo le risorse naturali, ma gli stessi processi alla base della vita. Funzionerà infatti così: una NAC individua un bene naturale (ad esempio, una foresta pluviale o un lago), ne stima il valore e decide chi ne detiene i diritti di sfruttamento, gestione, conservazione. Tramite un’offerta pubblica iniziale, la NAC viene quotata in Borsa. A quel punto investitori privati e istituzionali, fondi sovrani o speculativi diventano propr