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  Come si campa con 5\600 euro al mese?  Come si campa con 500/600 euro pagando fitto, carovita, spese sanitarie, beni di prima necessità? È la prima domanda alla quale un governo locale e nazionale dovrebbero rispondere invece di scaricare sulle classi meno abbienti i costi della crisi. Il taglio al reddito di cittadinanza e l’introduzione della Mia (Misura di inclusione attiva) ha di fatto dimezzato i percettori tra potenziali lavoratori e famiglie con disabili e minori e non solo nelle regioni del Sud ma anche nel centro e Nord Italia   Come richiesto dalle industrie di armi diventa realtà tagliare il welfare per favorire la ricerca a fini militari, è quanto accade con il Governo Meloni. I programmi per la formazione degli Enti locali sono del tutto inadeguati subendo da tempo tagli di fondi e senza un reale peso del Pubblico sul mercato del lavoro, eppure molti sono stati i fondi destinati ad enti di formazione, agenzie private per il lavoro ed aziende che usano la forza
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  Il Primo Maggio nel mondo. Questa data venne scelta perché tre anni prima, nel 1886, una manifestazione operaia a Chicago era stata repressa nel sangue. A metà del 1800 i lavoratori non avevano diritti: lavoravano anche 16 ore al giorno, in pessime condizioni, e spesso si ammalavano o morivano sul luogo di lavoro. La celebrazione nacque in Francia il 20 luglio 1889, quando alcuni partiti proclamarono una grande manifestazione per ridurre la giornata lavorativa a otto ore. Ancora prima, nel 1855 in Australia, era stato coniato il motto “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”, uno slogan che fu condiviso dai movimenti dei lavoratori di tutto il mondo che fu la scintilla per le rivendicazioni sindacali e la ricerca di un giorno in cui tutti i lavoratori potessero incontrarsi per affermare i propri diritti. Quella data fu una scelta simbolica, per ricordare il 1° maggio 1886, quando fu indetto uno sciopero generale in tutti gli Stati Uniti per ridurre la giornata
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    Marco Rossi, Morire non si può in aprile, L’Assassinio di Teresa Galli e l’assalto fascista all’Avanti!, Milano, 15 aprile 1919   Milano, Zero in condotta, 2022, I ed. 2019, pp. 175, € 10.00.   Terminato di leggere proprio a ridosso del 104° anniversario della giornata su cui il volumetto, qui alla terza edizione, si concentra. Un lavoro prezioso perché riguarda dettagliatamente un avvenimento crocevia per l’Italia contemporanea, quello passato alla storia come l’assalto alla Redazione milanese de “l’Avanti”. L’autore è Marco Rossi, tra i principali studiosi in Italia del nesso tra combattentismo di guerra e sovversivismo, sancito dalla sua opera più conosciuta a livello nazionale che è, appunto, Arditi, non gendarmi!   L’avvenimento è qui, va da sé, inquadrato nelle giornate milanesi e nel clima dell’immediato Primo dopoguerra in cui ebbe a verificarsi. Perché non si è trattato, sic et simpliciter , d’un mero ed estemporaneo raid contro il quotidiano del Partito socialist
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  Valditara: le dimissioni non bastano. La lettera della preside del liceo Michelangelo di Firenze, i cui studenti sono stati oggetto di una spedizione punitiva da parte di esponenti dell’estrema destra fiorentina, non distorce la realtà ma la legge con acume e memoria storica, invoca obiettività e senso civico, partecipazione democratica e non indifferenza. A distanza di poche ore i fascisti hanno appeso uno striscione prendendo di mira la Preside per invocare la rottamazione e il pensionamento della generazione uscita dal biennio 1968\69, colpevole di tutti i mali che affliggono il sistema scolastico. E che le destre oggi mirino al controllo delle scuole è cosa risaputa. La banalità del fascismo è il risultato di luoghi comuni trasformati in massime assolute: da anni assistiamo a una interpretazione della storia e della realtà giustificazionista e assolutoria verso il fascismo, il colonialismo e il militarismo dentro un contesto di vero e proprio revisionismo storico e politi