Il nodo per noi essenziale è sempre lo stesso: o con gli oppressi o con gli oppressori

Dio Patria e Famiglia, difesa della NATO e avanti in nome di Impresa e “Libero Mercato”, sono questi, e non altri, i fari guida del Governo guidato da G. Meloni.

Serve a poco continuare con le lamentele sul passato fascista di qualche esponente del Governo documentando la loro militanza nei gruppi dell’estrema destra degli anni Settanta ed Ottanta. La lettura del passato vede del resto una narrazione in cui le destre vengono descritte come vittime di un presunto squadrismo di sinistra dimenticando le Stragi di stato, le repressioni sanguinose dei movimenti sociali. L' atteggiamento tipico di un antifascismo da cartolina finisce con il rendere simpatici i nostri avversari politici. Semmai per noi si tratta di comprendere i tratti ideologici del post-fascismo.

Ci hanno colpito le parole del ministro Crosetto che in Tv ha ribadito come succedeva che il figlio di un operaio che scegliesse il liceo classico incontrasse lo scetticismo, a dir poco, dei docenti degli anni Sessanta e Settanta prevenuti ideologicamente verso i figli del popolo che sceglievano la scuola della élite che era quella dei ceti imprenditoriali e della borghesia colta.

Che oggi un ministro di Fratelli d’ Italia ricordi il classismo della scuola di un tempo rivendicando le sue origini popolari (Crosetto in verità nasce in una famiglia di industriali piemontesi del settore metalmeccanico) è sintomatico di come ormai a sinistra domini il pensiero unico, snob ed elitario tipico di quella borghesia Ztl invisa ai quartieri popolari.

Recuperare una identità di classe significa guardare all'essenza del problema operando scelte chiare e dirompenti. Mentre la Meloni parlava in Parlamento gli studenti della Sapienza venivano manganellati dalla celere, studenti accorsi contro una manifestazione dei gruppi studenteschi di Fratelli d’Italia.

Non è la prima e non sarà l'ultima volta che i gruppi di destra proveranno a entrare nelle Università dalle quali sono stati cacciati per il sostegno al Ministro Gelmini e alla “buona scuola”, il Governo di destra favorirà in ogni modo la loro presenza con iniziative finalizzate a conquistare egemonia culturale e politica tra gli studenti medi ed universitari. La responsabilità delle cariche non è solo di chi ha materialmente gestito l'ordine pubblico, ma anche dei vertici dell'Ateneo romano che hanno acconsentito questi manganellamenti. Vertici dell’Ateneo che negano le richieste dei Collettivi studenteschi di poter fare loro iniziative pubbliche.

La solidarietà agli studenti vittime della violenza poliziesca (i manifestanti non avevano bastoni o mezzi contundenti come si evince chiaramente dalle immagini diffuse sui social) è scontata, ma non è invece scontato un ragionamento sugli scenari futuri.

Il Governo di destra-centro, perché al suo interno ci sono anche esponenti moderati con il cuore e il cervello a destra, in questi giorni sta riproponendo la propria visione del mondo e della realtà, Dio patria e famiglia determineranno gli attacchi ai diritti civili e sociali, ma anche una idea di società patriarcale e autoritaria. Nella sostanza la visione della destra della società è accettata dai grandi mass media che formano l’opinione pubblica. Pensiamo all’immagine riproposta fino alla nausea della prima premier donna ad accedere alla Presidenza del Consiglio. La sua storia di successo personale non ha nulla a che spartire con un processo di emancipazione collettiva delle donne.

I classici motti della destra vanno tuttavia a braccetto con l'agenda Draghi, con la supremazia del mercato per annullare i diritti economici e sociali.

Saranno le classi subalterne a pagare i costi della crisi, saranno i giovani ai quali oggi viene negato l'alloggio universitario o chiusi nelle scuole dove transiteranno militari nel ruolo di docenti a impartire lezioni di parte sulla storia recente e passata dentro quel reclutamento ideologico delle giovani generazioni iniziato già con i governi passati.

Rispetto a questi scenari occorre non le retoriche della “sinistra” Ztl, il perbenismo di chi rivendica la Costituzione dopo averla stravolta nelle sue parti più avanzate, occorre ripartire con il conflitto politico, sociale e culturale costruendo ad esempio iniziative per la riuscita dello Sciopero generale del 2 Dicembre.

Inoltre riprendere una battaglia culturale contro vecchi e nuovi autoritarismi che si ergono a difesa dei disvalori come quelli del merito, del risparmio nelle spese per i servizi sociali, del libero mercato che hanno contribuito ad affossare istruzione e sanità pubblica.

Il Collettivo della redazione di Lotta Continua

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